I sussurratori della neve
Come sarà la neve? Per rispondere a questa domanda, Lukas Ruetz deve analizzare i dati raccolti da una strana macchina che sta sulla montagna. La stazione meteo – un insieme di aste, imbuti e cavi – è facilmente raggiungibile, se non altro in base a standard tirolesi: vi si arriva attraversando un bosco rado dalla sella Kühtaisattel. Tuttavia il percorso è spesso arduo e Ruetz sprofonda fino alle ginocchia nella neve apparentemente solida. „Neve marcia“, dice. Ha piovuto di notte e al mattino e ora il sole è alto nel cielo blu. La neve è bagnata, papposa, non buona. Non c’è paragone con la „neve pura“: quella soffice, polverosa di cui tutti gli sciatori sognano. „Sono cresciuto pensando che le previsioni del tempo non ci azzeccano“, dice Ruetz. „Ma so anche quanto sia difficile valutare tutte le componenti“. Come sarà la neve? Appena si avvicina l’inverno, non c’è nient’altro che interessi di più di questo ai tirolesi. Chi vive in mezzo alle montagne ha un rapporto speciale con questa materia, che inizia a inzuccherare le cime per poi avvolgerle di bianco per mesi: la neve è alla base dello sci, sport nazionale austriaco, e del turismo invernale. Il meteo quale fattore economico. Allo stesso tempo, anche le forti nevicate possono trasformarsi in una minaccia. Gli alberi si piegano, le strade e i binari si ghiacciano bloccando gli spostamenti, vallate e persone vengono isolate dal mondo esterno. Una valanga avanza fino a valle. La questione della neve, quindi, è essenziale per la sopravvivenza in Tirolo. Ma la risposta è molto complessa e in costante mutamento.
Il cielo si apre sopra una catena montuosa tra la Sellrain e la Kühtai.
La chiesa di St. Sigmund im Sellrain avvolta da una tempesta di neve.
Lukas Ruetz, 27 anni, è uno di quelli che cercano risposte. In realtà è un albergatore e insieme alla sua famiglia gestisce la locanda Gasthof Ruetz a St. Sigmund im Sellrain. Inoltre, ha studiato geografia e ha fatto della sua passione per la neve una seconda professione: tiene conferenze di nivologia e fornisce informazioni aggiornate sulla qualità della neve al servizio prevenzione valanghe del Tirolo. Sul suo blog riporta le condizioni meteorologiche della Sellraintal. È un tema che lo affascina fin da giovane, ci confida Ruetz, e avanza a fatica nella neve marcia. „Ci sono circa 30 espressioni diverse per le varie tipologie di neve“. I professionisti, per esempio, distinguono a seconda della sua evoluzione – neve fresca, ghiacciata o firn – o in base alla densità, parlando di neve polverosa secca o compatta fino alla più pesante bagnata e al ghiaccio.
LUKAS RUETZ
Il tirolese s’interessa dello stato della neve per due motivi: primo, perché gestisce una locanda nella Sellrain. Secondo, perché, avendo studiato geografia, cura un blog sulla neve e tiene seminari di nivologia: www.lukasruetz.at
La colazione in Tirolo: caffè e bollettino valanghe
Non c’è da stupirsi che in Tirolo ci si dia da fare così tanto per capire meglio questa materia. Qui i bollettini radiofonici del servizio allerta valanghe fanno parte del rito della colazione proprio come il caffè. La neve con i suoi segreti è oggetto di studio per i futuri ingegneri ambientali dell’Università di Innsbruck, ma non solo: accanto ai grandi portali meteo, il web pullula di blog in quotidiana competizione per offrire le previsioni più accurate. Previsioni su cui migliaia di persone, dall’agricoltore allo sciatore, pianificano la propria giornata.
Per questa ragione negli anni sono state posizionate centinaia di stazioni di rilevazione, con l’obiettivo di strappare al cielo il maggior numero possibile di informazioni. Ed è proprio davanti a una di queste tante stazioni, a Kühtai, che si trova ora Lukas Ruetz. Sotto la cima dello Zwölferkogel un anemometro fa girare le sue palette secondo le folate. Un sensore a ultrasuoni emette onde invisibili verso il basso per misurare il livello della neve. Un dispositivo, piuttosto simile a un thermos, raccoglie le precipitazioni. Mediante un’antenna i dati vengono trasmessi direttamente alla piattaforma web del servizio valanghe. Ruetz fa un cenno verso l’Hochwanner. Accanto, verso ovest, si apre la valle: è da lì che spesso arrivano le perturbazioni. “Siamo un’area con precipitazioni nevose scarse”, dice, “ma sicure”. Nessuna contraddizione, spiega Ruetz: rispetto ad altre regioni nella Sellrain nevica poco, ma in compenso quasi sempre.
Le genti di montagna hanno sempre osservato il cielo cercando di individuare nel vento e nelle formazioni nuvolose una qualche sistematicità. Ecco l’origine delle consuetudini contadine e di proverbi come “rosso di sera, bel tempo si spera” oppure “neve marzolina dura dalla sera alla mattina”. Tuttavia, per previsioni a 14 giorni l’esperienza e l’intuito non sono sufficienti. “Nel meteo le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano”, dice Manfred Bauer dello ZAMG, l’Istituto centrale austriaco di meteorologia e geodinamica. Il suo ufficio si trova nella torre di controllo dell’aeroporto di Innsbruck: quale luogo migliore per vigilare su quanto accade nel cielo? Bauer, in un certo senso il capo-meteorologo del Tirolo, lo spiega chiaramente: affinché si possa anche solo supporre l’arrivo di una nevicata, deve verificarsi tutta una serie di eventi in luoghi diversi, nella sequenza giusta e in particolari condizioni.
Ogni allerta neve nasce da qualche parte sopra l’Oceano Atlantico, “la nostra fucina meteorologica”, come la chiama Bauer. Sopra il mare si riscaldano degli strati di aria che, alzandosi, portano con sé l’umidità del mare. In quota l’aria si raffredda. Si formano delle nuvole e viene a crearsi una zona di bassa pressione composta da aree più fredde e aree più calde. Il vento spinge questi fronti caldi e freddi verso l’Europa fino a incontrare un ostacolo: le Alpi. Le montagne rappresentano un catenaccio che le nuvole riescono a superare solo dopo essersi liberate di una certa zavorra, nella fattispecie: acqua. Cosa significa per il Tirolo? Se le nuvole arrivano da sud o sud-est restano impigliate nella Catena principale alpina, cioè sulle montagne che si estendono dal Passo Resia fino agli Alti Tauri. In questo caso le precipitazioni interessano soprattutto l’Alto Adige, l’Osttirol e in generale il versante meridionale delle Alpi. In presenza di vento da ovest e da nord, invece, le nuvole si fermano sul versante settentrionale delle Alpi, per esempio sul Karwendel o da questo lato della Catena principale alpina. Quindi in Tirolo. Se poi la temperatura dell’aria è compresa tra uno e due gradi Celsius, allora ci sono buone possibilità che le precipitazioni siano nevose.
Cambiamento repentino del meteo: Non sarebbe meraviglioso se i raggi del sole e i fiocchi della neve ricreassero un arcobaleno nel cielo invernale? Certo che lo sarebbe, ma è bello anche così.
Supercomputer e limite della neve
Per calcolare come le leggi della fisica e della termodinamica si ripercuotono sulle nostre vite – si tratti di voli aerei, di agricoltura o del weekend in montagna tra due settimane – sono stati elaborati dei modelli meteorologici. Immaginiamoli come delle equazioni con un numero spropositato di variabili. Più valori vengono inseriti, più esatto ma anche più complesso diventa il processo di calcolo. In Europa diversi Paesi cooperano mandando i propri dati al Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, dove questi calcoli complessi vengono affidati a dei supercomputer. Parallelamente lo ZAMG gestisce un centro di calcolo a Vienna. Eppure, nemmeno tutti questi calcoli riescono a prevedere con esattezza come sarà il meteo a livello locale. Perciò negli uffici ZAMG di Innsbruck, davanti a otto schermi, i meteorologi confrontano i calcoli dei modelli con le immagini satellitari e i dati rilevati sul posto. Perché le montagne, così belle da vedere, mettono tutto sottosopra. Spesso il vento spazza via le nuvole attraverso l’ampia valle dell’Inn. Località estremamente nevose come St. Anton, Seefeld e Hochfilzen approfittano delle classiche perturbazioni invernali da nord-ovest, perché nell’Arlberg e lungo le Alpi settentrionali si ammassa un grande quantità di nubi. Zone come Obergurgl e Galtür, grazie all’altitudine e alla posizione centrale sull’arco alpino, vengono interessate da perturbazioni nevose in arrivo da molte direzioni diverse. E poi ci sono fenomeni atmosferici locali come il caldo vento Föhn che soffia spesso attorno a Innsbruck. “In Tirolo non è raro che a seconda delle zone il limite della neve vari anche di 1.000 metri”, spiega Bauer.
Chi guarda solo fuori dalla finestra non può capire il meteo. Ma anche chi non toglie gli occhi dallo schermo perde informazioni importanti. Per esaminare a fondo la neve, quindi, Lukas Ruetz controlla sul portatile i dati raccolti dalle stazioni di rilevamento dei dintorni. Va alla ricerca di singolarità che gli possano rivelare qualcosa sulla qualità della neve. Se l’apparecchio, per esempio, segnala vento forte sullo Zwölferkogel, le raffiche potrebbero aver trasportato altrove molta della neve che si era posata sulla parete ovest. Sempre che il sensore funzioni e non si sia congelato. Di recente è successo che segnalasse vento forza zero, quando invece a valle sibilava la bufera. “In questi casi è evidente che quanto rilevato non può essere del tutto vero”, dice Ruetz.
Il vento, poi: “È il nostro fattore più importante”, dichiara Lea Hartl. Se c’è qualcuno che può prevedere l’umore degli sciatori nelle prossime settimane, quella è proprio lei. Nel suo appartamento di Wörgl la scrivania è posizionata proprio sotto la finestra. Da qui la meteorologa fornisce previsioni neve, tra i tanti, anche a PowderGuide. Il sito, tra i più frequentati dai patiti di scialpinismo e freeride, è apprezzato in particolare per i contenuti dedicati alla neve e al meteo. Il team di PowderGuide raccoglie informazioni da diverse fonti – previsioni dei supercomputer, immagini satellitari, dati da radar e da stazioni meteorologiche – e le integra con relazioni locali. Come quelle di Ruetz per la Sellrain. Lea Hartl descrive ogni settimana le evoluzioni su larga scala, mentre un collega si concentra sul livello della neve suggerendo le aree dove c’è da aspettarsi più powder. Le precipitazioni previste dai modelli meteorologici indicano la quantità di pioggia, che deve però essere convertita in fiocchi di neve. Senza contare, ovviamente, che la stessa quantità di pioggia può portare a volumi di neve molto variabili. “Anche la temperatura a livello del suolo e, appunto, il vento influiscono molto”, spiega la meteorologa. In assenza di vento ci sarà neve polverosa. Se il vento è molto forte si formano di cornici di neve, facendo aumentare il rischio di valanghe.
Scorci: Fattoria di montagna nella Sellrain – in primo piano lo Zirmbach.
Teoria, dati, conoscenza del territorio, esperienza: con questi strumenti Lea Hartl riesce a stimare con una certa precisione se nei giorni successivi ci saranno buone condizioni di neve. Tutte le previsioni che vanno oltre una settimana, tuttavia, rientrano anche per lei nella categoria “sfera di cristallo”. I progressi dell’informatica hanno portato i modelli meteorologici a un nuovo livello, ma resta un problema matematico: più lungo è il periodo da analizzare, più le equazioni si riempiono di incognite. Le piccole incertezze dell’inizio si sommano sempre più, finché alla fine ci si trova davanti a una serie di risultati molto diversi tra loro. “Elaborare già in estate una previsione seria di come sarà l’inverno in Tirolo è praticamente impossibile”, spiega Lea Hartl. E cambiamenti climatici complicano ulteriormente le cose. Si moltiplicano gli eventi atmosferici estremi. In più, si ipotizza che lo scioglimento dei ghiacci artici metta in crisi il vortice polare – e che per questa ragione in Europa potrebbero esserci condizioni atmosferiche più durature, con tanti giorni consecutivi di pioggia o di sole. “Ma c’è ancora tanta incertezza tra gli scienziati”, commenta la meteorologa.
In un mondo che poggia sulle probabilità, non esistono certezze. E nemmeno la tecnologia più moderna può risolvere l’enigma della neve. Ma forse è meglio così. Perché così continuano le disquisizioni più o meno scientifiche tra appassionati di neve; perché così c’è sempre qualcuno con una fantastica app che azzecca sempre le previsioni; perché così possiamo raccontare di quella sera che ha cominciato a nevicare appena arrivati in cima, e ha nevicato tutta la notte, e la mattina, sì, splendeva il sole. “Le sorprese non mancano”, dice anche Lukas Ruetz, nella Sellrain. Una volta, nel 2019, si è alzato un forte Föhn da est, “erano dieci anni che non succedeva. Non ha nevicato da nessuna parte, tranne che qui: ne è scesa mezzo metro nel giro di un paio d’ore”. Ruetz lascia la stazione meteorologica. Oggi e domani, dichiara, difficile che si possa sciare. Ma dopodomani dovrebbe nevicare di nuovo, con temperature intorno allo zero e poco vento. Se le sue previsioni si avverano, svanirà come d’incanto anche il problema della neve marcia.
MANFRED BAUER
L’ufficio del meteorologo si trova nella torre di controllo dell’aeroporto di Innsbruck, dove ha sede l‘ufficio centrale dell’Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica del Tirolo (ZAMG).
LEA HARTL
La meteorologa di Wörgl fornisce, tra le altre cose, previsioni della neve al servizio web powderguide.com – per il suo lavoro sfrutta dati satellitari, modelli informatici e soprattutto esperienza.
PER GLI APPASSIONATI DI METEOROLOGIA
Sui siti internet seguenti è possibile ottenere informazioni aggiornate su neve e condizioni meteo. Come abbiamo letto, è sempre meglio utilizzare diverse fonti di informazione:
Il servizio prevenzione valanghe mostra tutte le stazioni di misurazione in Tirolo: LAWIS
Previsioni attuali dell’Istituto ZAMG per il Tirolo: ZAMG
Mappa interattiva dei venti in Europa: Windy
Previsioni del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine: ECMWF
Fotos: David Schreyer