Questa magnifica area rocciosa è molto panoramica. Per questo, dal rifugio Bonn-Matreier-Hütte si prosegue in un primo momento su pietrisco in direzione della cima Säulkopf. Se non si desidera conquistare la vetta, si svolta verso la forcella Kälberscharte, si oltrepassa la Galtenscharte - ben più audace - e si avanza, passo dopo passo, fino al territorio sovrastato dal Großglockner. Il Galtenboden si fa notare a causa delle sue bizzarre formazioni rocciose; chi volesse conquistare un'altra vetta può intraprendere l'impegnativa arrampicata (assicurata) dell'Hohe Achsel. Presso il rifugio Badener Hütte un allegro ruscello vi dà il benvenuto gorgogliando. L'imponente parete Kristallwand, al di sopra del rifugio, ricorda la parete nord dell'Eiger e gli appassionati dell'alpinismo vi troveranno di sicuro la loro prossima sfida.
Da sapere su questa tappa
La storia dell'aquila ·Il rifugio di prova del Badener Hütte. Quando la sezione di Baden bei Wien del Club alpino austriaco decise di erigere un rifugio, i fratelli Malcher esplorarono la zona tra Innsbruck, Monaco di Baviera e Merano alla ricerca di una posizione idonea. Nella valle Frosnitztal trovarono quello che faceva per loro. Il posto era ideale, ma date le condizioni difficili a quota 2.608 metri, bisognava prima assicurarsi che il progetto edile fosse realizzabile. Per questo nel 1910 il rifugio venne realizzato completamente a Mölding, nei pressi di Vienna. Smontato in tante piccole parti, venne portato a Matrei in Osttirol. Il peso totale del materiale era di 45.000 chilogrammi. A causa del terreno impervio, soltanto 8.000 chili circa poterono essere trasportati con animali da soma e quindi si dovette ricorrere anche in questo caso all'aiuto degli “sherpa delle Alpi”. J. Gandler, il più instancabile tra i portatori, trasportò per più di 6 settimane 142 chili al giorno per tutto il faticoso percorso. Nel 1911 il rifugio Badener Hütte fu terminato e successivamente vennero create le vie d'accesso e fu realizzata una conduttura per l'acqua potabile. Nel 1959 il rifugio venne ampliato e dotato di un dormitorio con materassi. A testimonianza di quei tempi andati si conserva un tavolo di oltre 100 anni nell’accogliente stube. I fratelli Malcher sedevano proprio a questo tavolo.
L'occhio dell'aquila · In condizioni di buona visibilità dalla vetta del Säulkopf non si crede ai propri occhi: ci può davvero essere una vista più bella di questa? Il Großvenediger ricoperto da un manto di neve, il massiccio del Großglockner, la catena delle Alpi Centrali e addirittura le cime delle ben lontane Dolomiti sono visibili ad occhio nudo.
La sfida dell'aquila ·La forcella Galtenscharte è un valico di alta montagna che nasconde qualche insidia, ad esempio grandi blocchi granitici e lastroni di pietra instabili. Anche il percorso, in parte impervio, richiede la massima attenzione. Sulla forcella, durante una pausa, si innalza nuovamente lo sguardo da terra e lo si lascia scorrere sul magnifico panorama dei Tauri.
Suggerimento: mappa escursionistica Kompass n° 46, Matrei in Osttirol, e n° 50, Nationalpark Hohe Tauern
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