Questa magnifica area rocciosa è molto panoramica. Per questo, dal rifugio Bonn-Matreier-Hütte si prosegue in un primo momento su pietrisco in direzione della cima Säulkopf. Se non si desidera conquistare la vetta, si svolta verso la forcella Kälberscharte, si oltrepassa la Galtenscharte - ben più audace - e si avanza, passo dopo passo, fino al territorio sovrastato dal Großglockner. Il Galtenboden si fa notare a causa delle sue bizzarre formazioni rocciose; chi volesse conquistare un'altra vetta può intraprendere l'impegnativa arrampicata (assicurata) dell'Hohe Achsel. Presso il rifugio Badener Hütte un allegro ruscello vi dà il benvenuto gorgogliando. L'imponente parete Kristallwand, al di sopra del rifugio, ricorda la parete nord dell'Eiger e gli appassionati dell'alpinismo vi troveranno di sicuro la loro prossima sfida.
Tappa difficile su sentieri di montagna nera. Il percorso si snoda a tratti su discese ripide e impegnative, oltre che su feritoie e salite, alcune delle quali sono assicurate da corde. Si devono attraversare anche ripidi nevai e sono richieste abilità alpinistiche, passo sicuro e senso dell'altezza. È richiesta un'ottima condizione fisica.
Descrizione del percorso: Poco sopra il rifugio Bonn-Matreier Hütte (circa 8-10 minuti di cammino), il sentiero si dirama a destra in corrispondenza delle indicazioni. Si attraversa un avvallamento sassoso della montagna e infine si raggiungono le torri rocciose inclinate della Kälberscharte (2.791 metri). Gradini e cavi d'acciaio su entrambi i lati della sella facilitano il passaggio nella valle Kleine Niltal, rendendo relativamente facile la salita alla Galtenscharte, più alta. Ora inizia la ripida e impegnativa discesa verso il ruscello Mailfroßnitzbach, anche se poi si dovranno recuperare i 600 metri di dislivello. La parte superiore del tratto ripido è assicurata con cavi d'acciaio, mentre la parte centrale è spesso un nevaio ostinato e ripido, anche in estate. Se si è fortunati e il tratto di sentiero è libero dalla neve, la salita è continua.
Più in basso, il terreno diventa più pianeggiante e la discesa termina al ponte sul torrente Mailfroßnitzbach. Circa 40 metri sotto il ponte si trova la continuazione del sentiero. Al di sopra della valle di Froßnitz, si attraversano ora i verdi pendii dell'Hohe Achsel da sud a nord, superando tratti molto vari. Brevi tratti sono assicurati da cavi d'acciaio e si superano numerosi piccoli ruscelli. Sul cosiddetto Achsel c'è un laghetto coperto d'erba e chiuso da una morena. Qui il Venediger Höhenweg si unisce al sentiero della valle. Si prosegue in direzione di "Badener Hütte", attraversando morene in stretta successione e infine il ponte sul torrente Froßnitzbach. Seguono diversi crinali e avvallamenti che offrono riparo alle pernici. Infine, si raggiunge la morena laterale delle Frosnitzkees, dove si tiene la destra e si prosegue fino alla meta, il rifugio Badener Hütte (2.608 metri) sul Großvenediger. Per le descrizioni dei percorsi, si veda anche "Osttiroler Wanderbuch" di Walter Mair.